Premessa

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato quando possibile. Pertanto non può essere considerato un vero editoriale ai sensi della legge numero 62/2001. Ogni contenuto pubblicato,video e immagini,sono reperite dalla rete internet e in quanto tali valutabili di dominio pubblico ; se il loro uso violasse il copyright,diritto d'autore,lo si comunichi al gestore e amministratore del blog che si attiverà per rimuovere il materiale suddetto. L'Amministratore.

Risoluzione problemi

Per qualsiasi problema legato alla visualizzazione di questa pagina web e degli elementi ad essa connessa imposta la risoluzione del tuo monitor a 1024x768 con una profondita di almeno 32bit, oppure controlla che la tua connessione sia ottimale; se non riesci a riprodurre i video e alcune applicazioni contenute nella pagina web è consigliabile verificare che nel tuo pc siano installati i plugin necessari al funzionamento di questi applet. I programmi per l'esecuzione di materiale multimediale in questa pagina web sono facilmente reperibili sulla rete internet da parte di siti terzi e in modo assolutamente gratuito.
L'Amministratore.

giovedì 25 febbraio 2010

La casta che protegge se stessa

Il caso del senatore Nicola Di Girolamo, accusato di essere coinvolto nello scandalo Fastweb, di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di capitali illeciti, nonché di violazione della legge elettorale con l'aggravante mafiosa, ha riportato in luce il vecchio problema della casta che protegge se stessa.
Già nel giugno 2008, infatti, un giudice aveva chiesto l'autorizzazione al Senato per mettere Di Girolamo agli arresti domiciliari. Autorizzazione prontamente respinta dal Senato. A quel tempo l'accusa era "solo" di violazione della legge elettorale: il senatore è stato eletto nella circoscrizione estero pur non vivendo all'estero, grazie alla falsificazione di documenti e alla collaborazione di un funzionario "amico" nel Consolato di Bruxelles.
La giunta del Senato che presiedette l'analisi del caso decise quasi all'unanimità di respingere la richiesta del giudice: solo un senatore dell'IDV votò a favore. Secondo la giunta, infatti, il reato non sarebbe stato abbastanza grave da giustificare il venir meno dell'integrità dell'organo parlamentare:

"Qualora la Giunta ritenesse di escludere la sussistenza di qualsiasi intento persecutorio in danno del parlamentare, l’ulteriore parametro di valutazione è rappresentato dall’esigenza di garantire l’integrità dell’organo parlamentare, esigenza che costituisce il fine prevalente della garanzia costituzionale contemplata dall’articolo 68 della Costituzione. Tale finalità, secondo un consolidato indirizzo giurisprudenziale di Camera e di Senato, può essere pretermessa solo in presenza di casi particolarmente gravi, in cui la natura del reato, la pericolosità del soggetto, l’indispensabilità assoluta della privazione della libertà personale del parlamentare ai fini del corretto progredire del procedimento penale, siano tali da soverchiare l’altra esigenza (Atti Senato, XIII Leg., Doc. IV, n. 4-A). Pertanto, solo la straordinaria gravità del reato e la eccezionale rilevanza delle esigenze cautelari potrebbero rendere motivata e giustificabile la eventuale decisione di arrecare un vulnus al plenum assembleare e quindi di alterare l’equilibrio tra le forze politiche scaturito dal voto popolare (Atti Camera XIII Leg.Doc IV, n. 17-A; Atti Senato, XIV Leg., Doc. IV, n. 1-A)".


Quindi, in un luogo come il Parlamento, i cui componenti dovrebbero essere esempi di integrità, moralità e legalità, si permette invece ai delinquenti di restare impuniti. Vista la loro (non) integrità, il ragionamento dei parlamentari è "oggi tocca a te, domani potrebbe toccare a me". E' chiaro che, in Italia, il potere di negare l'autorizzazione a procedere a giudizio nei confronti di un deputato o senatore non possa essere nelle mani degli stessi parlamentari. Ho specificato "in Italia" perchè, invece, in altri Paesi – come in Germania – questo strumento funziona bene, grazie ai principi etici e morali dei politici. In Italia, invece, è come se si chiedesse ad una banda di ladri di autorizzare l'arresto di uno di loro.
Il potere di cui stiamo parlando dovrebbe essere, piuttosto, nelle mani del Presidente della Repubblica: egli, infatti, ha già poteri ben più grandi (ad es. quello di scioglimento delle camere), non sarebbe sbilanciato a favore di una fazione politica e, non operando collegialmente, sarebbe direttamente responsabile delle decisioni prese. Ora, al contrario, i componenti delle giunte per le autorizzazioni a procedere si nascondono dietro gli scrutini segreti e i voti di gruppo.
In Parlamento le decisioni dovrebbero essere prese nell'interesse del Paese. In Italia sembra invece scontato e normale che esse siano prese nel solo interesse della classe politica.
Grazie a questa filosofia Nicola Di Girolamo, eletto grazie ai voti mafiosi e protetto dai suoi colleghi parlamentari, continua tuttora a prendere decisioni per il Paese intero.

ARTICOLI CORRELATI:
Legislatura 16º - Giunta delle elezioni e delle immunita' parlamentari - Resoconto sommario n. 4 del 17/06/2008

Nicola Di Girolamo non si arresta. La Casta si difende

Domanda di autorizzazione all'esecuzione dell'ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nell'ambito di un procedimento penale pendente nei confronti del senatore Nicola Paolo Di Girolamo (Doc. IV, n. 1)




http://voglioresistere.blogspot.com/2010/02/la-casta-che-protegge-se-stessa.html

Nessun commento:

Posta un commento

Energia e Ambiente

Video da IDVstaff

Video da Staffgrillo

Salva il tuo conto corrente dallo Stato!
Scudo della Rete

Massoneria e Politica

Federico Aldrovandi