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lunedì 28 dicembre 2009

PAURA - Albert Osterhaus - Vampiri tra noi. Pandemie costruite per profitto economico ... ma va?

E ora a questi che fine dovremmo far fare?
E in Italia, chi sono i complici? I responsabili? E perchè questa notizia non c'è stata data? Notizia uscita almeno da ottobre 2009 (vedi sotto). Siamo in mano a dei criminali. E se la notizia è di Ottobre 2009, il NOSTRO Ministero QUANDO ha COMUNQUE E NONOSTANTE acquistato i vaccini? Vogliamo credere che questa notizia non gli sia giunta?
Il professor Albert Osterhaus
OMS: IL “PAPA DELL’INFLUENZA SUINA” ACCUSATO DI CORRUZIONE
Postato il Domenica, 27 dicembre @ 17:10:00 CST di davide
DI F.WILLIAM ENGDAHL
voltairenet.org
Chiamato “Dr.Flu” (Dottor Influenza), il professor Albert Osterhaus è il principale consigliere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la pandemia H1N1.
Da diversi anni, parla dell’imminenza di una pandemia globale e quello che sta succedendo sembra dargli ragione.
Ma lo scandalo che è scoppiato nei Paesi Bassi e che è stato oggetto di dibattito in Parlamento, ha messo in evidenza i suoi legami personali con i laboratori che fabbricano i vaccini da lui fatti prescrivere all’OMS.
F. William Engdhal spiega come un esperto senza scrupoli abbia potuto manipolare l’opinione pubblica internazionale, sopravvalutare l’impatto dell’influenza H1N1 e fare la fortuna dei laboratori in cui lavora.
Da molto tempo, il Parlamento nederlandese [1] nutriva dei sospetti sul famoso Dott. Osterhaus e aveva aperto un’inchiesta per conflitto d’interesse e malversazioni. Fuori dai Paesi Bassi e dai media nederlandesi, solo alcune righe nel'autorevole rivista britannica Science han menzionato l’inchiesta sensazionale sugli affari di Osterhaus.
Non erano messe in questione le referenze e l’esperienza d’Osterhaus nel suo campo. Quello che viene messo in causa, come ci spiega la rivista Science in un semplice dispaccio, è l’indipendenza del giudizio personale sulla pandemia di influenza A. Science pubblicava queste poche righe su Osterhaus nell’edizione del 16 ottobre 2009:
“Negli ultimi sei mesi, nei Pesi Bassi è stato difficile accendere la televisione e non vedere il famoso cacciatore di virus Albert Osterhaus e sentirlo parlare della pandemia di influenza A. O perlomeno, è ciò che credevamo. Il Signor Influenza era Osterhaus, il direttore di un laboratorio di fama mondiale in seno al Centro medico dell'Università Erasmo di Rotterdam. Ma la scorsa settimana la sua reputazione è stata fortemente criticata dopo che sono stata espressi alcuni sospetti sulla volontà di attizzare le paure di una pandemia, con l'obiettivo di servire gli interessi del proprio laboratorio nella messa a punto di nuovi vaccini. Nel momento in cui Science mandava in stampa, la Camera bassa del Parlamento nederlandese annunciava che la questione sarebbe stata discussa con urgenza”. [2]
Pur non uscendone indenne, il 3 novembre 2009 Osterhaus aveva saputo evitare i danni. Si poteva leggere in uno dei blog del sito di Science: “La Camera bassa del Parlamento nederlandese ha oggi negato una mozione che esigeva che il governo rompesse qualsiasi legame con il virologo Albert Osterhaus del Centro medico dell'Università Erasmo di Rotterdam, accusato di conflitto d'interessi in qualità di consigliere del governo. Nello stesso momento, il Ministro della Salute Ab Klink annunciava una legge [3] sulla trasparenza del finanziamento della ricerca, che obblighi gli scienziati a rivelare i legami finanziari che stringono con le imprese private”.[4]
In un comunicato sul sito internet del Ministero della Salute, Klink, che sappiamo essere uno degli amici intimi di Osterhaus [5], diceva in seguito che quest'ultimo non era altro che un consigliere del Ministero come molti altri sulla questione dei vaccini contro l'influenza A H1N1. Ha anche detto di “essere al corrente” degli interessi finanziari d Osterhaus [6]: non nascondono niente di straordinario, solo il progresso della scienza e della salute pubblica. O perlomeno è quello che credevamo.
Un esame più approfondito del dossier di Osterhauas lascia intendere che questo virologo nederlandese di fama internazionale potrebbe trovarsi al centro di una truffa di diversi miliardi di euro riguardo all'idea di una pandemia. Un sistema fraudolento in cui dei vaccini non testati sono iniettati a degli uomini, col rischio -come è già successo- di causare seri danni, paralisi gravi o decessi.
La bugia delle feci d'uccello
Albert Osterhaus non è una persona qualunque. Ha avuto un ruolo in tutti i grande ondate di panico suscitate dalla comparsa di virus, a partire dai misteriosi decessi imputati alla SARS a Hong-Kong, dove l'attuale Direttrice generale dell'OMS Margaret Chan aveva lanciato la sua carriera di responsabile della Salute Pubblica a livello locale. Secondo la sua biografia ufficiale alla Commissione Europea, nell'aprile 2003, all'apice del panico causato dalla SARS, Osterhaus fu incaricato di partecipare alle inchieste sui casi di infezioni respiratorie che si moltiplicavano a Hong Kong. Nel rapporto dell'unione Europea possiamo leggere: “dimostrò ancora una volta la sua capacità di agire velocemente in situazioni gravi. In tre settimane ha dimostrato che questa malattia era provocata da un coronavirus scoperto recentemente che contamina le civette, i pipistrelli e altri animali carnivori” [7]
In seguito, quando i casi di SARS non fecero più parlare di sé, Osterhaus passò ad altro, lavorando questa volta per la mediatizzazione dei pericoli di quella che chiamava l'influenza aviaria H5N1. Nel 1997 aveva già suonato l'allarme dopo la morte a Hong Kong, di un bambino di tre anni che Osterhaus sapeva essere stato in contatto con degli uccelli. Osterhaus ha sviluppato quindi il suo lobbying nei Paesi Bassi e in Europa, sostenendo che una nuova mutazione letale dell'influenza aviaria era stata trasmessa agli umani e che si dovevano prendere delle misure drastiche. Sottolineava inoltre il fatto di essere stato il primo scienziato ad aver dimostrato che il virus H1N1 poteva contaminare gli umani. [8]
Parlando della pericolosità dell'influenza aviaria in un'intervista diffusa dalla BBC nell'ottobre 2005, Osterhaus dichiarava: “se il virus riuscisse a mutare in maniera tale da trasmettersi poi tra umani, allora saremmo in una situazione completamente diversa: potremmo avere dinnanzi a noi l'inizio di una pandemia”. Aggiungeva: “C'è il rischio che il virus venga sparso dagli uccelli in tutta Europa. C'è un rischio reale che nessuno ha saputo tuttavia valutare fino ad oggi, perchè non abbiamo fatto gli esperimenti dovuti” [9]. Il virus non ha mai riuscito la sua mutazione, ma Osterhaus era pronto a “condurre degli esperimenti” che possiamo immaginare sarebbero stati ampiamente retribuiti.
Per sostenere il suo allarmante scenario di pandemia cercando di dargli una legittimità scientifica, Osterhaus e i suoi assistenti di Rotterdam han cominciato a raccogliere e congelare dei campioni di feci d'uccelli. Affermava che, secondo i periodi dell'anno, fino al 30% di tutti gli uccelli d'Europa risultavano portatori del virus mortale dell'influenza aviaria H5N1. Aveva anche affermato che quindi gli allevatori in contatto con polli e galline erano esposti al suddetto virus. Osterhaus si incontrò con i giornalisti, che presero nota del messaggio allarmista. La classe politica fu messa in allerta. Nella stampa emise l'ipotesi per cui il virus, che egli chiamava H5N1, dopo aver causato diverse morti agli antipodi asiatici, si sarebbe diffuso in Europa, molto probabilmente trasportato sulle piume degli uccelli o nelle interiora d'uccelli infettati mortalmente. Sosteneva la tesi di uccelli migratori capaci di portare il nuovo virus mortale verso l'ovest, fino all'Ucraina e l'isola di Rügen [10]. Questo gli bastò per fingere di ignorare che gli uccelli non migrano da est a ovest, ma da nord a sud.
La campagna allarmista di Osterhaus sull'influenza aviaria decollò per davvero nel 2003, quando un veterinario nederlandese muore dopo essere stato ammalato. Osterhaus annunciò che la morte era il risultato di una contaminazione del virus H5N1. Convinse il Parlamento nederlandese ad esigere il macello di milioni di polli. Però non ci fu nessun altro decesso legato a un'infezione simile a quella attribuita all'H5N1. Per Osterhaus, questo dimostrava l'efficacia della campagna di macello preventiva [11].
sempre secondo Osterhaus, gli escrementi aviari diffondevano il virus ricadendo sulla popolazione e gli altri uccelli a terra. Rimaneva fermo sulla sua idea che questi escrementi costituivano il vettore di propagazione della nuova ondata mortale del virus H5N1 dall'Asia.
Si poneva in quel momento un problema con lo stock crescente di campioni congelati di escrementi aviari che con i suoi associati aveva raccolto e conservato nel suo istituto. La presenza del virus H5N1 non poté essere confermata in nessuno di questi campioni. Nel 2006, in occasione del congresso dell'OIE (Office international des épizooties, ormai chiamato 'Organizzazione Mondiale per la Salute dell'Animale), Osterhaus e i suoi colleghi dell'Università Erasmo furono obbligati ad ammettere che nei 100.000 campioni di materie fecali raccolte con tanta precauzione non avevano trovato nessuna traccia del virus H1N1. [12]
Nel 2008, a Verona, durante la conferenza dell'OMS dal titolo “Avian influenza at the Human-Animal Interface,”, Osterhaus prendeva la parola davanti ai suoi colleghi scienziati, senza dubbio meno accattivati del pubblico non scientifico dai suoi incitamenti all'emotività. Ammetteva che: “allo stato attuale delle conoscenze, niente permette(va) di dichiarare un'allerta contro il virus H5N1, né di affermare che questo potesse provocare una pandemia” [13]. Ma in quel momento, il suo sguardo si rivolgeva già verso altre possibilità pulsanti da schiacciare per far convergere il suo lavoro sui vaccini con nuove possibilità di crisi pandemica.
Influenza A e corruzione all'OMS
Rendendosi conto che l'influenza aviaria non aveva portato a nessuna ondata di morti su grande scala – dopo che Roche (produttore del Tamiflu) e GlaxoSmithKline (produttore del Relenza), ebbero incassato miliardi di dollari di profitti quando i governi decisero di stockare dei vaccini antivirali contestati -, Osterhaus e gli altri consiglieri dell'OMS si voltarono verso dei pascoli più verdi.
Nell'aprile 2009, le loro ricerche sembravano coronate di successo quando a La Gloria, piccolo villaggio messicano dello Stato di Veracruz, un bambino ammalato venne diagnosticato come portatore dell'influenza all'epoca chiamata “suina” o H1N1. Con una fretta fuoriluogo, l'apparato propagandista dell'OMS a Ginevra seguì subito le dichiarazioni del suo Direttore Generale, il Dottor Margaret Chan sull'eventuale minaccia di una pandemia mondiale.
Chan evocò “l'urgenza di salute pubblica a livello internazionale” [14]. In seguito, altri casi dichiarati a La Gloria vennero presentati su un sito internet di medicina come: una “strana” crescita d'infezioni polmonari e respiratorie acute, che evolvono in broncopolmoniti in certi casi riscontrati tra i bambini. Un abitante del villaggio ne descriveva i sintomi: “febbre, tossi severe e secrezioni nasali importanti” [15]
Questi sintomi, tuttavia acquistano tutto il loro senso nel contesto ambientale de La Gloria, una delle zone al mondo in cui si concentra il più grande numero di maiali in allevamento intensivo, il cui sfruttamento è detenuto principalmente dall'americano Smithfield. Da mesi, la popolazione locale protestava davanti la sede messicana del gruppo Smithfield, lamentandosi di gravi affezioni respiratorie dovute alle letamaie dei maiali. Questa ragione più che plausibile per le diverse malattie diagnosticate a La Gloria, non sembra interessare né Osterhaus né gli altri consiglieri dell'OMS. Finalmente si intravedeva la pandemia tanto attesa, quella predetta dal 2003, durante la sua partecipazione alle ricerche sulla SARS nella provincia di Guangdong in Cina.
L'11 giugno 2009, Margaret Chan annunciava che la propagazione del virus dell'influenza H1N1 aveva raggiunto il livello 6 dell' “urgenza pandemica”. Curiosamente, in occasione di quest'annuncio precisava che “secondo le informazioni disponibili fino ad ora, una maggioranza schiacciante di pazienti sentono dei sintomi benigni; il loro ristabilimento è veloce e completo, la maggior parte delle volte ricorrendo a un trattamento medico”. Prima di aggiungere: “A livello mondiale, il numero di decessi è poco importante, non ci aspettiamo di vedere una crescita improvvisa e spettacolare del numero di infezioni gravi o mortali”.
Si scopriva più tardi che Chan aveva agito in seguito ad alcuni dibattiti febbrili all'OMS, seguendo i consigli del Consultivo strategico del gruppo di esperti (SAGE, Strategic Advisory Group of Experts). Uno dei membri del SAGE all'epoca, e ancora oggi, è il nostro “Signor Influenza”, il dottor Albert Osterhaus.
Osterhaus non occupava solo una posizione strategica per raccomandare all'OMS di dichiarare l' ”urgenza pandemica” e incitare al panico, ma era anche il presidente di un'organizzazione in prima linea sull'argomento, il Gruppo di lavoro scientifico (ESWI, European Scientific Working group on Influenza), che si definisce come un “gruppo multidisciplinare di leaders d'opinione sull'influenza, il cui scopo è lottare contro le ripercussioni di un'epidemia o di una pandemia influenzali”. Come spiegano i suoi stessi membri, l'ESWI guidato da Osterhaus è il perno “tra l'OMS a Ginevra, l'Istituto Robert Koch a Berlino e l'Università del Connecticut negli Stati Uniti”.
La cosa più significativa riguardo l'ESWI è che il suo lavoro è completamente finanziato dagli stessi laboratori farmaceutici che guadagnano miliardi grazie all'urgenza pandemica, mentre gli annunci fatti dall'OMS obbligano i governi di tutto il mondo a comprare e immagazzinare vaccini. L'ESWI riceve finanziamenti dai fabbricanti e dai distributori di vaccini contro l'H1N1, come Baxter Vaccins, MedImmune, GlaxoSmithKline, Sanofi Pasteur e altri, tra cui Novartis,che produce il vaccino e il distributore del Tamiflu, Hofmann-La Roche.
Per mantenere il vantaggio, Albert Osterhaus, il più grande virologo mondiale, consigliere ufficiale sul virus H1N1 dei governi britannico e nederlandese, e capo del Dipartimento di Virologia del Centro medico dell'Università Erasmo, era allo stesso tempo parte delll'élite dell'OMS riunita nel gruppo SAGE e presiedeva l'ESWI, sponsorizzato dall'industria farmaceutica. A sua volta, l' ESWI raccomandò misure straordinarie per vaccinare tutto il pianeta, ritenendo elevato il rischio di una nuova pandemia che, si diceva con insistenza, avrebbe potuto essere paragonabile alla spaventosa pandemia d'influenza spagnola del 1918.
Nel 1923, Louis Jouvet mette in scena “Knock o il trionfo della medicina” di Jules Romain. Un medico senza scrupoli si stabilisce in una piccola città e riesce a convincere gli abitanti che sono tutti malati. Prescrive loro dei trattamenti inutili, costosi, e a volte pericolosi. La pièce diventa un lungometraggio nel 1933. il truffatore vi dice la celebre battuta: “Le persone sane sono dei malati che ignorano di esserlo”
La banca JP Morgan, presente a Wall Street, riteneva che, principalmente grazie all'allerta pandemica lanciata dall'OMS, i grandi industriali farmaceutici, che finanziano anche il lavoro dell' ESWI di Osterhaus, erano pronti a fare tra i 7,5 e i 10 miliardi di dollari di benefici. [16]
Il dottor Frederick Hayden è allo stesso tempo membro del SAGE all'OMS e del Wellcome Trust a Londra; si sa essere una degli amici intimi di Osterhaus. Per i suoi servizi “di consulenza”, Hayden, riceve tra l'altro fondi da Roche e GlaxoSmithKline, tdue dei vari giganti farmaceutici impegnati nella creazione di prodotti legati alla crisi dell'H1N1.
Un altro scientifico britannico, il professor David Salisbury, che dipende dal ministero britannico della Salute, è a capo del SAGE all'OMS. Dirige anche il gruppo consultivo sull'H1N1 all'OMS. Salisbury è un fervente difensore dell'industria farmaceutica. Nel Regno Unito, il gruppo di difesa della salute One Click l'ha accusato di dissimulare la correlazione provata tra i vaccini e l'aumento dell'autismo nei bambini, così come quella esistente tra il vaccino Gardasil e casi di paralisi e addirittura di morte. [17]
Il 28 settembre 2009, lo stesso Salisbury dichiarava: “la comunità scientifica è d'accordo sull'assenza totale di rischi riguardanti l'inoculazione del Thimerosal (o Thiomersal)”. Questo vaccino, usato contro l'H1N1 in Gran Bretagna, è prodotto principalmente da GlaxoSmithKline. Contiene Thimerosal, un conservante a base di mercurio. Nel 1999, un numero sempre crescente di prove che dimostrava che il Thimérosal presente nei vaccini avrebbe potuto essere la causa di casi d'autismo tra i bambini negli Stati Uniti, l'American Academy of Pediatrics (Accademia americana di pediatri) e il Public Health Service (ufficio della salute pubblica) ne avevano preteso il ritiro dalla composizione dei vaccini. [18]
Troviamo ancora un altro membro dell'OMS che ha degli stretti legami finanziari con i fabbricanti di vaccini che approfittano delle raccomandazioni del SAGE: il dottor Arnold Monto, un consulente remunerato dai fabbricanti di vaccini MedImmune, Glaxo e ViroPharma.
E peggio ancora, alle riunioni di scienziati “indipendenti” dal SAGE, partecipano degli “osservatori” che comprendono, ebbene sì, gli stessi produttori di vaccini GlaxoSmithKline, Novartis, Baxter e compagnia. Ci si può chiedere: se i migliori esperti dell'influenza al mondo dovrebbero far parte del SAGE, perchè invitano i fabbricanti di vaccini a partecipare?
Nello scorso decennio, l'OMS creava i cosiddetti “partenariati pubblico/privato”, con lo scopo di aumentare i fondi a sua disposizione. Ma, invece di ricevere fondi solo dai governi dei paesi membri dell'ONU (com'era stato previsto all'inizio), oggi l'OMS riceve dalle imprese private quasi il doppio del budget solitamente dato dall'ONU sotto forma di borse e aiuti finanziari. Da quali imprese private? Dagli stessi fabbricanti di vaccini e medicinali che approfittano delle decisioni ufficiali come quella presa nel giugno 2009 sull'urgenza pandemica dell'influenza H1N1. Proprio come i benefattori dell'OMS, i grandi laboratori hanno le loro entrate a Ginevra, e hanno diritto a un trattamento di “porte aperte e tappeti rossi”. [19]
In un'intervista rilasciata al Der Spiegel, un membro della Cochrane Collaboration (organizzazione di scienziati indipendenti che valutano tutti gli studi condotti sull'influenza), l'epidemiologo Tom Jefferson mostrava le conseguenze della privatizzazione dell'OMS e la commercializzazione della salute.
“T.Jefferson: [...] una delle caratteristiche più sorprendenti di quest'influenza, e di tutta la telenovela che ne è derivata, è che, anno dopo anno, alcune persone fanno previsioni sempre più pessimiste. Finora, nessuna si è i realizzata e queste persone sono sempre là a ripetere le loro predizioni. Ad esempio, cos'è successo all'influenza aviaria che avrebbe dovuto ucciderci tutti? Niente. Ma ciò non impedisce a queste persone di continuare a fare le loro predizioni. A volte sembra che ci sia un'intera industria che spera una pandemia.
Der Spiegel: di chi parla? Dell'OMS?
T.J. :L'OMS e i responsabili della salute pubblica, i virologi e i laboratori farmaceutici. Hanno costruito un sistema sull'imminenza della pandemia. Ci sono molti soldi in gioco, reti d'influenza, carriere e intere istituzioni! Ed è bastato che uno dei virus dell'influenza muti per vedere tutta la macchina mettersi in moto”. [20]
Quando gli abbiamo chiesto se l'OMS aveva deliberatamente dichiarato l'urgenza pandemica con lo scopo di creare un immenso mercato per i vaccini e i medicinali contro l'H1N1, Jefferson ha risposto: “Non pensa che il fatto che l'OMS abbia cambiata la definizione di pandemia sia notevole? La vecchia definizione era “un nuovo virus che si diffondeva velocemente, per cui non si aveva nessuna immunità e che causava un alto numero di malati e un'alta mortalità”. Ora, le ultime due sono state cancellate, e con questo cambiamento è stato possibile catalogare l'influenza suina come pandemia." [21]
In modo molto giudizioso, nell'aprile 2009 l'OMS pubblicava la nuova definizione di pandemia, appena in tempo per permettere all'OMS, sui consigli provenienti, tra gli altri, dal SAGE di “Signor Influenza”, alias Albert Osterhaus, e di David Salisbury, di definire urgenza pandemica casi benigni di influenza, ribattezzata influenza A H1N1. [22]
L'8 dicembre 2009, nella nota a piè di pagina di un articolo sulla gravità o la benignità della “pandemia mondiale” dell'H1N1, il Washington Post citava: “La seconda ondata d'infezione dell'H1N1 essendo arrivata all'apice negli Stati Uniti, i principali epidemiologi prevedono che la pandemia potrebbe far parte delle più benigne da quando la medicina moderna documenta le epidemie di influenza”. [23]
Igor Barinov, parlamentare russo e presidente del Comitato per la Salute alla Duma, ha preteso dai rappresentanti russi all'OMS in posto a Ginevra che conducano un'inchiesta ufficiale sugli innumerevoli indizi della corruzione massiva accettata dall'OMS e portata avanti dall'industria farmaceutica. “Sono state pronunciate gravi accuse di corruzione verso l'OMS”, affermava Barinov. “Una commissione internazionale d'inchiesta deve essere organizzata al più presto”. [24]
F.William Engdhal
Fonte: www.voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article163315.html
16.12.2009
Sweden stops the vaccine - La consegna del vaccino contro l'influenza suina deve essere fermata. ... e rimandare al mittente quelli già consegnati, farci rimborsare e PAGARE I DANNI MORALI! FARE CAUSA ALLE CASE FARMACEUTICHE COINVOLTE NELLA TRUFFA. E anche a tutti gli attori responsabili del clima di TERRORE - PAURA - che hanno CONTRIBUITO a fomentare.

Libro antimafia regalato dai giovani del Pdl

I complici in dono natalizio ai deputati dell'Assemblea Regionale: "C'è molto da fare, invece pensano alle poltrone"

Un blitz speciale, alla vigilia di Natale. Giovani col berretto di Santa Claus hanno portato doni ai deputati dell’Assemblea regionale siciliana. Regali provocatori e goliardici per "una classe politica assolutamente inadeguata al momento" come racconta Mauro La Mantia, presidente regionale della Giovane Italia, l’associazione giovanile del Pdl. E per tutti i componenti dell’Ars anche una "buona lettura natalizia": una copia de I complici di Lirio Abbate e Peter Gomez, il libro che ricostruisce le collusioni fra la mafia e la classe politica durante la latitanza di Bernardo Provenzano.

"È un libro importante – spiega La Mantia - dove si vede come i partiti, in maniera trasversale, non sono immuni da certe frequentazioni. Questo per dire che bisogna sempre stare con gli occhi aperti, perché la mafia esiste nel quotidiano. Uno di Milano – continua - in campagna elettorale ci può cascare, ma non un politico del posto che deve sapere con chi ha a che fare. E la classe politica citata nel libro, è la stessa che sta al governo. Poi ci sono certi fatti che, al di là del rilievo penale, dimostrano come chi fa politica non può permettersi di fare affari con certa gente".

Quindi mentre all’Ars il presidente dell’assemblea procedeva al consueto scambio di auguri, ecco arrivare i giovani del Pdl. Nei loro pacchi-dono ce n’è per tutti. La camomilla, per riportare alla calma molti politici regionali. Viaggi a Lourdes per i deputati del Pdl perché "solo un miracolo li può cambiare". Il pallottoliere per il presidente Raffaele Lombardo e l’Mpa, "perché hanno perso il conto delle persone piazzate nel sottogoverno regionale". Una bussola per il Pd, per orientarsi e capire se fanno opposizione o entrano nel governo. Ai deputati dell’Udc una camicia di forza, "da buoni vecchi democristiani, avendo perso il potere alla Regione e in ambito nazionale, hanno attacchi di follia".

Poi anche i Ghostbusters indirizzati particolarmente ai componenti della commissione statuto, "presieduta da uno dei nostri e finita sui giornali perché non si riunisce mai e ci costa migliaia di euro senza che produca nulla. Noi dovremmo dare – dice La Mantia - l'esempio e non produrre scandali degni della prima repubblica". Infine anche una lista dei laureati palermitani. "Non c'è più un concorso, hanno piazzato tutte le persone in tutti i posti disponibili. A questo punto, se devono raccomandare qualcuno, che sia una persona valida, invece di lasciare che i giovani vadano via dalla Sicilia". Poi, come detto, I complici, perché della necessità di rottura dei legami con Cosa nostra "se n'è accorta la società civile, la magistratura, le forze di polizia e anche la classe imprenditoriale, ma la classe politica è in netto ritardo. E un governo debole, come quello che abbiamo, non fa che aiutare la mafia. Oggi più che mai il Pdl dovrebbe darsi da fare e invece litigano e per cosa? Per le poltrone".

A fronteggiarsi i "lealisti" fedeli alla coppia Alfano-Schifani e i “ribelli” di Micciché. "Su cosa si dividono? Sul modo di gestire l'economia in Sicilia? Sulle riforme? No, è un problema di poltrone. Per questo diciamo che è una classe inadeguata al momento". Mentre loro, i giovani del Pdl, hanno voluto dare una scossa. "Abbiamo voluto prendere in giro tutti i partiti ma abbiamo voluto dimostrare di più, perché scommetto che i giovani del Pd una cosa del genere non l'avrebbero mai fatta: criticare il proprio stesso partito e irriderlo pubblicamente". Perché – conclude La Mantia – "noi non abbiamo peli sulla lingua".

Da Il Fatto Quotidiano del 27 dicembre

lunedì 14 dicembre 2009

mercoledì 2 dicembre 2009

L'Omicidio Bacioterracino e la favola dell'indifferenza dei napoletani

02/12/2009, ore 17:45 - In un video la verità che fa meno scalpore

di: Germano Milite
NAPOLI- Per giorni e giorni, le cronache locali e nazionali, sulle reazioni di passanti e clienti del bar davanti al quale si è consumato l'omicidio Bacioterracino, hanno presentato una realtà completamente distorta che, a quanto pare, faceva più scalpore e solleticava maggiormente quel perverso senso d'indignazione di cui ha probabilmente sempre più bisogno il gionalista medio (cre) per rendere più interessante una notizia. In tv e sui giornali si leggeva di "Un morto a Napoli tra l'indifferenza della gente" con grande scandalo degli spettatori e, le immagini di una signora che scavalcava il cadavere disteso al suolo, venivano riproposte in modalità loop.
Sui soliti gruppi razzisti anti-partenopei di facebook impazzavano frasi del tipo "Che animali i Napoletani: calpestano i cadaveri come se niente fosse".
Qualcun altro parlava invece di partenopei che sarebbero così assuefatti ai delitti di camorra da reputarli oramai qualcosa di ascrivibile alla routine quotidiana. Peccato che, la realtà presentata nel video allegato, sia completamente differente da quella che si è voluta trasmettere. Peccato che, anche un personaggio come Roberto Saviano, sia caduto nella trappola del giudizio affrettato e qualunquista parlando di "assoluta serenità dell'esecuzione e delle persone che si trovavano intorno".
Peccato che, soprattutto chi è così esperto di fatti di camorra, si meravigli ancora della freddezza inumana di un killer e del terrore agghiacciante che paralizza chi assiste a simili omicidi a sangue freddo. Certo è bello poter guardare il video standosene comodamente a casa, con il pc davanti, una birra in mano e lo scandalo pronto ad uscir fuori a mo di rutto maltrattenuto. Magari fantasticare e dire all'amico che si trova li con te che tu, al posto di quella "gentaglia", avresti prima riportato in vita l'assassinato e poi inseguito il sicario deciso ad affrontarlo a mani nude per assicurarlo alla giustizia.
Ciò che però risulta meno bello è tollerabile riguarda il fango immediato e quasi automatico gettato su un intero popolo senza che si possa nemmeno concedere il beneficio del dubbio. Se a Torino la gente scappa in seguito ad un omicidio è spaventata ma, se lo stesso comportamento viene osservato nel quartiere Sanità di Napoli, allora si tratta di vigliacchi ed omertosi. Di sicuro non è questa la sede per parlare dei luoghi comuni (in buona parte anche molto vicini alla realtà) che letteralmente atterriscono la città di Napoli e chi ci abita.
Questo articolo serve solo da introduzione al video allegato che, di sicuro, vi risulterà molto più eloquente dell'articolo stesso...vedere per credere a ciò in cui non credere. Nel filmato si notano infatti numerosi particolari "sfuggiti" ai media durante l'assillante opera di commento delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Da notare, su tutti, il modo in cui si è tagliato ad arte il pezzo della signora che passava sul corpo di Bacioterracino di modo da regalare l'impressione che, quella passante, scavalcasse il cadavere in preda alla più squallida indifferenza.

da : JulieNews.it


sabato 28 novembre 2009

Magistrati toscani smentiscono le affermazioni di "Libero": "Nessun procedimento" Il presidente del Consiglio attacca: "Voci infamanti". Poi si scagl


FIRENZE - I magistrati toscani smentisono le affermazioni di "Libero" secondo il quale il Cavaliere e Dell'Utri sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati fin dallo scorso ottobre nell'ambito dell'inchiesta sulle stragi del 1993. Lo ha detto il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi rispondendo ai giornalisti: "Libero può scrivere quello che vuole. Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati".

Il Cavaliere: "Accuse infondate". "Contrariamente alla prudenza usata dagli altri quotidiani che, pur svelando le confidenze dei pentiti sul premier e sul suo braccio destro Dell'Utri, hanno informato che i riscontri sono ancora in corso, questa mattina, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, è uscito con un titolo senza mezzi termini: "Silvio indagato per mafia". Cosa falsa dice il procuratore di Firenze e da Olbia, dove il premier ha incontrato i giovani del Pdl, Berlusconi attacca: "Sono accuse infondate e infamanti. La maggior parte della magistratura è di sinistra e per questa ragione cerca un pretesto per attaccare il presidente del consiglio". Poi prosegue: "Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura, lo strozzo".

Placido: "Ha fatto autogol". "Una battuta, quella di Silvio Berlusconi, che Michele Placido, popolare commissario Cattani proprio nella Piovra, definisce un "autogol": "La piovra è roba di tanti anni fa, mentre le fiction tv più recenti sulla mafia, da Il capo dei capi a quelle su Falcone e Borsellino, le ha fatte suo figlio per Mediaset. Quando Gomorra è stato scritto ed è diventato di successo internazionale, le immagini sullo scandalo immondizia e i problemi della camorra avevano già prima fatto il giro del mondo. Naturalmente si tratta ogni volta di fare informazione seria e responsabile, ma quel che è accaduto sarebbe grave venisse nascosto".

Bossi: "Leadership della coalizione indiscussa". Una voce a favore di Berlusconi viene da Umberto Bossi, presente a Vicenza al quarto meeting della Lega nord estero. Il ministro per le Riforme rassicura che le voci intorno al premier non indeboliscono il presidente del Consiglio: "Berlusconi mantiene la parola - ha detto il fondatore del Carroccio - e la sua leadership è indiscussa. Non siamo preoccupati per la coalizione".
(28 novembre 2009

La Repubblica.it

mercoledì 25 novembre 2009

Miracolo in Abruzzo: manette e mazzette

- di Rita Pani (APOLIDE) -


Non c’è. Domani proverò a comprare un giornale per vedere se alla fine la troverò stampata la notizia mancante. Nelle pagine online continua a campeggiare la riforma del processo berlusconi, per tutti i cittadini, ma la notizia che cercavo io davvero, non c’è.

Oggi a Pescara sono scattate le prime manette per le tangenti sulla ricostruzione post terremoto, la ricostruzione secondo berlusconi, ossia quella che lascia tutto com’è e getta cemento nelle campagne espropriate. I Carabinieri hanno arrestato l'amministratore delegato della Fira Servizi, Claudio D'Alesio, e l'ex assessore regionale al Lavoro (PDL), Italo Mileti.

L'accusa e' millantato credito per illecita intermediazione verso pubblici ufficiali nell'ambito della ricostruzione post terremoto all'Aquila. I due avrebbero agito da mediatori per pilotare, traendone profitto, l'aggiudicazione di un appalto da 15 milioni di euro.

Magari a pagina 30, tra un necrologio e la pubblicità di un prodotto snellente, ci saranno le poche righe che ho riportato come da agenzia, senza una virgola in più o una di meno. Perché a parlare d’Abruzzo, come era prevedibile, siamo rimasti solo noi blogger. Non è poltiglia da rimestare quella aquilana, ed è bene lasciarla così, in modo che ancora l’italiota medio resti convinto della taumaturgica opera del tizio palazzinaro del consiglio, che ha fatto il miracolo in tempi brevissimi.


In effetti sono tante le notizie sparite dalle pagine dei giornali, come per esempio i primi assegnatari delle case periferiche, sfrattati dopo nemmeno un mese e rispediti a vivere nelle loro case lesionate, quelle per cui ancora nessuno ha visto un euro di contributo per il restauro. Le case inagibili fino al giorno prima della neve, che diventano agibili dopo la prima nevicata sul Gran Sasso.

Silenzio anche nei confronti di coloro che stanno sotto una tenda, perché impossibilitati ad allontanarsi dalla loro vita, i bambini costretti a lunghi trasferimenti in pullman per andare a scuola, o altri bambini costretti a fare lezione coperti al punto di apparire gonfi come l’omino della Michelin.

No, l’italiota non deve sapere che il miracolo non era poi così miracoloso, che le macerie stanno ferme da sei mesi, che i centri storici sono morti, che di tutti gli aiuti promessi durante il G8, occasione nella quale i grandi del mondo ricevettero un libro su Canova dal valore stimato di 460 mila dollari ognuno, soltanto la Germania, la Francia e la Russia, insieme al Kazakistan (la patria di Borat, per intenderci) hanno onorato il loro impegno.

In fondo la propaganda funziona. L’altro giorno un’idiota mi ha detto che nemmeno era vero che molta gente è stata infilata nei container quando già iniziava a scendere la neve. Lui ha fatto le case, i container non li ha voluti …

(Ma io ho visto e fotografato ;-) )


http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/2009/11/miracolo-in-abruzzo-manette-e-mazzette.html
- di Antonio Padellaro -


Berlusconi è abituato a considerare le televisioni come “cosa sua” e dunque non ci sorprende se ne farà l’uso che più gli aggrada parlando agli italiani a reti unificate dagli studi amichevoli del Tg1 o da quelli familiari del Tg5. L’intervento sarebbe previsto a cavallo tra due eventi che parecchio angustiano il premier. La manifestazione dell’“Adesso basta” (5 dicembre) contro l’ultima legge ad personam sul cosiddetto processo breve. E la deposizione del pentito Spatuzza nel processo Dell’Utri, in quel di Palermo.

Sinceramente riteniamo che, questa volta, se confermato, l’uso massiccio dell’informazione unica abbia una qualche giustificazione nella dimensione del danno che Berlusconi teme. Non tanto per l’ennesima legge personale, così palesemente anticostituzionale e così sommamente devastante per il corso della giustizia normale che viene il sospetto sia stata escogitata solo per prendere altro tempo rispetto ai temuti processi milanesi Mills e frode fiscale sui diritti tv. No, è Spatuzza che fa paura perché le dichiarazioni di questo personaggio potrebbero aprire il pozzo senza fondo del mistero Berlusconi. Ovvero, di come tutto è cominciato. Nessuno conosce le risposte del pentito che, naturalmente, dovranno essere sottoposte alla più puntuale e rigorosa verifica da parte dei giudici. Conosciamo però le domande che risalgono a più di quindici anni fa. All’origine di Forza Italia e al consenso che la nascita improvvisa del partito aziendale avrebbe raccolto tra i boss di Cosa Nostra. Alle stragi del ‘93 e all’asse politico-mafioso che si sarebbe saldato per modificare violentemente gli equilibri di potere, in quel tempo sbilanciati verso la sinistra.

Poi ci sono le rivelazioni sulle radici dell’impero berlusconiano, sui primi appoggi, sui primi finanziamenti. Circostanze nelle quali Ciancimino padre svolse un ruolo non secondario, secondo quanto sostiene Ciancimino figlio. Ce n’è abbastanza per capire il nervosismo di Berlusconi e la sua voglia di reagire. Temiamo, nella direzione che più gli è abituale: quella dell’attacco frontale alla magistratura. Alla quale, come sappiamo, l’unto del signore non ha mai riconosciuto il diritto dovere di indagare sui suoi affari, privati e pubblici.

da Il Fatto Quotidiano del 25 novembre 2009


http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&r=174634

Paolo Rumiz: La scandalosa rapina dell’acqua pubblica

- di Paolo Rumiz -

Vignetta di Vauro
Pubblichiamo l'intervento che Paolo Rumiz, giornalista di "Repubblica", ha tenuto alla Facoltà di scienze politiche dell'Università La Sapienza di Roma sul tema “Acqua bene comune: storia, civiltà vita”.

E’ un peccato che non possa parlarvi a voce. Solo a voce avrei potuto comunicarvi l’urgenza, la rabbia e l’indignazione legate al tema primordiale dell’acqua. Sono un professionista della parola scritta, ma so che solo il racconto orale sa trasmettere sentimenti forti. Questo scritto è dunque solo un ripiegamento, dovuto a forza maggiore. E sappiate che gli uomini che avrei dovuto affiancare in quest’incontro sono i responsabili della mia passione per la questione idrica. Dunque perfetti per accendere anche la vostra.

Mi sono occupato di molti temi nel mio mestiere. Guerre etniche e planetarie, crolli di sistemi e di alleanze politiche, esplorazione dei territori e viaggi alle periferie del mondo. All’acqua sono arrivato solo pochi mesi fa, quasi per caso, grazie a una segnalazione di Emilio Molinari. Era successo che era stata approvata una legge che rendeva inevitabile la privatizzazione dei servizi idrici. La svendita di un patrimonio comune, mascherata da rivoluzione efficentista...

Tutto questo era avvenuto nel mese di agosto, alla chetichella, senza proteste da parte dell’opposizione. Il popolo era rimasto tagliato fuori da tutto. Gli interessi attorno all’operazione erano così trasversali che i giornali avevano taciuto, i partiti e i sindacati pure. Mi sembrava inverosimile che una simile enormità potesse passare sotto silenzio. Così ne ho scritto. E la pioggia di lettere attonite che ho ricevuto in risposta hanno confermato l’assunto.

L’Italia non ne sapeva niente. Non entro nello specifico di questa scandalosa ruberia inflitta agli italiani. Altri lo faranno meglio di me. Dico solo che occupandomene, dopo 35 anni di mestiere, ho provato lo stesso brivido della guerra dei Balcani. Come allora, ho avuto la certezza che cadesse un sipario di bugie, e si svelasse la verità nuda di una rapina ai danni del Paese e dei suoi abitanti, l’ultimo assalto a un territorio già sfiancato dalle mafie, dalle tangenti e dalla dilapidazione del bene comune.

Pensiamoci un attimo. I giornali pompano mille emergenze minori per non farci vedere quelle realmente importanti. La tensione etnica aumenta. Ci parlano di clandestini, di rumeni stupratori, di terroristi annidati nelle moschee. Ci infliggono ronde per tenere testa a una criminalità che – stranamente – non include la camorra, la speculazione edilizia o lo strapotere degli ultras. Televisione, telefonini, I-pod costruiscono una cortina fumogena che incoraggia il singolo ad arraffare e impedisce al gruppo di reagire.

E’ così evidente. Noi non dobbiamo sapere che esiste un’altra e più grave emergenza: la distruzione del territorio. Un’ emergenza così grave che la lingua dell’economia non basta più a descriverla. Oggi serve la lingua del Pentateuco, o dell’Apocalisse di Giovanni, perché viviamo un momento biblico: “E verrà il giorno in cui le campagne si desertificheranno e la boscaglia invaderà ogni cosa, i ghiacciai entreranno in agonia e l’aria diverrà veleno. Il tempo in cui la natura sarà offesa nelle sue parti più vulnerabili”. Se i nostri padri ci avessero fatto una simile profezia non li avremmo creduti. Invece succede.

Siamo in guerra. Una guerra contro i territori. In Italia è iniziata la guerra per l’accaparramento delle ultime risorse. Sta già avvenendo: Cementificazione dei parchi naturali, Requisizione delle sorgenti, Privatizzazione dell’acqua pubblica, Discariche e inceneritori negli spazi più incontaminati del Paese, Ritorno al nucleare, Grandi opere imposte con la militarizzazione dei territori e la distruzione di interi habitat. Fiumi già in agonia, disseminati di ulteriori centrali idroelettriche. Impianti eolici che stanno cambiando i connotati all’Appennino.

Tutto conduce su questa strada: la ricorrente invocazione di poteri forti ai danni del parlamento, il fallimento del pubblico e l’invadenza del privato, la sottrazione delle risorse ai Comuni, lo smantellamento della democrazia diretta, la corsa a un federalismo irresponsabile che assomiglia tanto a una licenza di sperpero, la deregulation legislativa, la crisi della scuola e delle università, la visione speculativa e finanziaria dell’economia.

E’ come negli anni Trenta: crisi del capitalismo, opposizione inesistente, criminalità diffusa. Ma con in più (e in peggio) la desertificazione dei territori, lo spopolamento della montagna. Il “Paese profondo” si è talmente indebolito che oggi l’atteggiamento predatorio che abbiamo rivolto prima verso la Libia o l’Etiopia e poi verso l’Est Europa, può essere rivolto verso l’Italia medesima senza il rischio di una rivoluzione. Anche noi diventiamo discarica, miniera, piantagione. E anche da noi i territori deboli sono lasciati completamente soli di fronte ai poteri forti. Come le tribù centro-africane.

Guardate cosa succede con l’eolico. Gli emissari di una multinazionale dell’energia si presentano a un comune di cinquecento-mille abitanti. Offrono centomila euro l’anno per due o tre pale eoliche alte come grattacieli di trenta piani. Il sindaco al verde non ha alternative. Accetta. Per lui quelle pale sono il solo modo per pagare l’illuminazione pubblica e gli impiegati. La Regione e lo Stato non intervengono. In nome dell’emergenza energetica passano sopra a tutto, anche a un bene primario come il paesaggio. Risultato? Oggi la rete eolica italiana non è il risultato di un piano ma del caso. Segna come le pustole del morbillo i territori deboli, incapaci di contrattare.

Con l’acqua la situazione è ancora più limpida. Vi racconto cose che ho visto personalmente. Qualche scena, capace di illuminare il tutto.

Alta Val di Taro. C’è una fabbrica di acque minerali che succhia dalle falde appenniniche in modo così potente che nei momenti di siccità gli abitanti del paese – noto fino a ieri per le sue fonti terapeutiche e oggi semi abbandonato – restano senz’acqua nelle condutture pubbliche. C’è una protesta ma il sindaco tranquillizza tutti in consiglio comunale. “Non abbiate paura – dice – quando mancherà la NOSTRA acqua, la fabbrica pomperà la SUA nei nostri tubi”. L’acqua del paese è data già per persa, requisita dai padroni delle minerali. L’idea che si tratti di un bene pubblico e prioritario non sfiora né il sindaco né la popolazione rassegnata.

Recoaro, provincia di Vicenza. Una pattuglia di “tecnici dell’acqua” (così si presentano), fanno visita a una vecchia che vive sola in una frazione di montagna. Le chiedono di poter fare delle verifiche alle falde. La donna pensa che siano del Comune. Il lavoro dura un mese. I tecnici trivellano, trovano acqua. Poi chiudono il pozzo aperto con dei sigilli. A distanza di mesi si scopre che la fabbrica di acque minerali giù in valle sta facendo un censimento delle fonti potabili in quota, in vista della grande sete prossima ventura della Terra in riscaldamento climatico. I parenti della donna si accorgono del maltolto e sporgono denuncia. Scoprono di essersi mossi appena in tempo per evitare l’usocapione del pozzo. Il sindaco tace. Gli abitanti di Recoaro pure. Ciascuno vende le sue fonti in separata sede.

Castel Juval, in val Venosta. Qui potete fare le vostre verifiche da soli. Vi sedete al ristorante dell’agriturismo di Reinhold Messner e chiedete dell’acqua. Scoprirete di avere due opzioni. L’acqua minerale – la notissima acqua propagandata dall’alpinista sud-tirolese – e l’acqua di fonte. La fonte di Reinhold Messner. Ebbene, anche questa è a pagamento. Metà prezzo rispetto a quella in bottiglia, ma anch’essa a pagamento. E la gente beve, estasiata. Vedere per credere.
Che dire? Come gli abitanti della Somalia o del Mali, siamo disposti a pagare ciò che ci sarebbe dovuto gratuitamente. Abbiamo rinunciato a considerare l’acqua come pubblico bene. La nostra sconfitta, prima che economica, è culturale. La grande vittoria del secolo scorso fu l’acqua nelle case. Oggi abbiamo accettato di tornare indietro. Siamo ridiventati portatori d’acqua. Come gli etiopi, arranchiamo per le strade con carichi inverosimili d’acqua e non riflettiamo che il valore reale della medesima è appena un centesimo del costo della bottiglia. Meno del costo della colla necessaria a fissare l’etichetta. Il dramma non è solo lo scempio delle risorse, ma la nostre insensibilità alla rapina in atto. Abbiamo accettato di farci derubare. Siamo un popolo rassegnato, e i signori delle risorse lo sanno perfettamente.

Il dossier di un’azienda multinazionale finlandese descrive così una regione italiana del centro: “facilità di penetrazione, costi d’insediamento minimi, zero conflittualità sociale”. Soprattutto, “poche obiezioni ecologiche”. Sembra il Congo, invece è Italia.

Grazie di avermi ascoltato.



http://temi.repubblica.it/micromega-online/paolo-rumiz-la-scandalosa-rapina-dellacqua-pubblica/

Il Giornale di Feltri: «Berlusconi sarà indagato per mafia E gli porteranno via il patrimonio»

NEL MIRINO LE DICHIARAZIONI DI SPATUZZA. E SU COSENTINO IL PDL FA QUADRATO: «VA DIFESO»

Il Giornale di Feltri: complotto dei magistrati contro di lui. Gasparri: accuse farneticanti, uso politico dei pentiti

ROMA - «Dalla Sicilia in arrivo un avviso di garanzia a Berlusconi per concorso esterno. Subito dopo gli verrà requisito l'intero patrimonio. Per la legge, infatti, basta il sospetto». L'annuncio lo dà il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, che nell'edizione di oggi titola a tutta pagina: «Sequestrare il tesoro di Silvio».

LE DICHIARAZIONI DI SPATUZZA - L'anticipazione del quotidiano di Vittorio Feltri è legata alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, braccio destro dei boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, che chiamano in causa il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, grande amico di Berlusconi e già al vertice di Pubblitalia, la società che raccoglie pubblicità per il gruppo Mediaset. Il sospetto del giornale è che i magistrati possano attaccarsi al solo «sospetto» di rapporti tra Dell'Utri e Cosa Nostra per coinvolgere anche il premier con l'accusa di «concorso esterno» in associazione mafiosa. Un passaggio che, è l'analisi, potrebbe poi portare al sequestro dei beni patrimoniali di cui il Cavaliere non fosse eventualmente in grado di spiegare la provenienza e che potrebbero essere dunque attribuiti, nelle accuse, ad attività legate alle organizzazioni criminali. Un impianto, questo, fa notare il quotidiano di Feltri, che non terrebbe conto di ricostruzioni analoghe, sempre con Berlusconi nel mirino, che sarebbero però già state smontate in altri processi. Negli ultimi tempi le accuse di Spatuzza hanno portato a indicare Berlusconi come il referente della mafia ai tempi delle stragi del 1992-'93.

«ACCUSE FARNETICANTI» - Della vicenda ha parlato anche Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «Leggiamo troppe cose strane, continua l'uso politico dei pentiti» ha commentato rispondendo a Maurizio Belpietro che su Canale 5 gli chiedeva se sia in arrivo una nuova offensiva giudiziaria contro Berlusconi o altri esponenti del centrodestra. «Vediamo Ingroia che gira i programmi televisivi e le manifestazioni di un partito fondato da un ex magistrato per lanciare strali intollerabili contro il governo - ha aggiunto -. Riteniamo ci sia in atto una offensiva politica di alcuni militanti della sinistra che sono dentro la magistratura e privilegiano la loro appartenenza politica all'esercizio corretto delle loro funzioni». Per Gasparri ci sono alcuni pentiti «come un tale Spatuzza che, probabilmente sollecitati a farlo, fanno accuse farneticanti, dicendo di avere sentito e dedotto qualcosa, quando su alcune vicende storiche e fatti di mafia ci sono state sentenze e accertamenti».

IL CASO COSENTINO - Intanto un altro fronte riguarda il caso del sottosegretario Cosentino, accusato dalla procura di Napoli di concorso esterno in associazione camorristica. Lunedì, nel corso dell'incontro nella sala Buzzati del Corriere per la presentazione del suo libro «Il futuro della libertà», il presidente della Camera, Gianfranco Fini aveva parlato della opportunità di certe candidature: «Quando decidiamo le candidature evitiamo di candidare chi è indagato, anche se dobbiamo considerarlo certamente innocente fino a prova contraria. È un problema di opportunità e di etica pubblica». Ma oggi, dalle colonne di Libero, il vice capotruppo dei senatori pidiellini al Senato, Gaetano Quagliariello, soiega il perchè della necessità di fare quadrato attorno a Cosentino: «Non possiamo mettere il governo nelle mani dei pentiti. Se non reagiamo adesso, rischiamo di essere travolti in futuro: il caso Cosentino può essere l'anticipazione del caso Spatuzza». Oggi in aula sarà votata la sfiducia contro il sottosegretario e Quagliariello invita i suoi a votare compatti a favore dell'esponente di governo perchè, spiega, «questo è un voto preventivo per impedire che il pentitismo sia usato a fini politici».

http://www.corriere.it/politica/09_novembre_25/berlusconi-avviso-garanzia-spatuzza-cosentino_49a376d4-d9a4-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml

Uno scudo al Cavaliere per i reati di mafia


di Liana Milella - 25 novembre 2009
Sono rimasti impigliati nel processo breve. Già sanno che non gli potrà servire per le future accuse di mafia.



Ma ci stanno dentro e ormai devono andare avanti. Sono costretti a dirsi, tra di loro, come hanno fatto ieri sera durante la riunione della consulta del Pdl per la giustizia: "Dobbiamo rassegnarci a vedere questa legge bocciata dalla Consulta". Amara constatazione che farà andare su tutte le furie il Cavaliere. Ma tant'è. Troppe, e ormai irrimediabili, le contraddizioni. Cercheranno di metterci mano, ma la partita è difficile. Per questo si concentrano su altro, su quella che definiscono "una strategia complessiva" per salvare Berlusconi non solo dai processi di oggi, ma anche da quelli di domani".

È l'inizio di una battaglia lunga. Che parte con l'immunità parlamentare, che passa attraverso una legge interpretativa per fissare in modo certo le date di un reato e quindi della prescrizione, e finisce con una sortita che per la prima volta, nella sequenza delle 19 leggi ad personam per Berlusconi, previene un'incriminazione e un processo, quello (futuribile) per mafia.

Vogliono mettere mano al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Quello per cui è sotto processo a Palermo Marcello Dell'Utri. Quello che all'inizio fu contestato a Giulio Andreotti. Quello che colpì (ma finì in un'assoluzione) il famoso giudice "ammazza sentenze" Corrado Carnevale. Quello che ha portato alla sbarra tanti politici nelle zone di mafia, camorra, 'ndrangheta. Un reato che in realtà non esiste, perché nel codice penale non c'è, ma che "vive" per le pronunce convergenti della Cassazione. Quindi un delitto assodato, consolidato, fermo nella storia del diritto.

Ma quel crimine adesso si avvia ad avere una macchia. Potrebbe essere utilizzato dalla procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze per indagare il presidente del Consiglio. E questo è davvero troppo. Quindi i consiglieri giuridici del premier si stanno muovendo in anticipo per terremotarlo. Ragionano tra di loro, giusto in queste ore, su dove sia meglio aggredirlo, se incidere sui termini della prescrizione, oppure se "normare" ex novo il delitto, ma con paletti tali da renderne l'applicazione difficilissima.
È l'operazione più a rischio che abbiano mai tentato. Ma è quella che "davvero serve al presidente", come vanno dicendo tra loro. Che scatenerà un nuovo e duro conflitto con i magistrati. Ma con una possibile imputazione per mafia è una battaglia che vale la pena giocare. Assieme, e stavolta con il pieno appoggio di Fini, i piediellini si stanno per buttare nell'avventura dell'immunità parlamentare, del pieno ritorno all'articolo 68, come lo scrissero nel '48 i padri costituenti. È di ieri, alla Camera, la nuova proposta dell'ex presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa, un altro finiano che entra in scena. Nelle caselli di tutti i deputati ha depositato tre pagine, due di relazione e una di testo, che rimette in pista il vecchio articolo della Carta. A ieri sera aveva già raccolto quasi 150 adesioni tra quelli del suo partito. La proposta numero 2954 ha preso il via. Prima di depositarla Moffa ha chiesto, come rivela lui stesso, "il via libera di Fini". Che glielo ha dato. Dimostrando un'apertura verso il Cavaliere e le sue difficoltà con la giustizia.

A questo si lavora dietro le quinte. Sulla scena invece resta il processo breve a cui ormai bisogna mettere la pezza giusta, "almeno per fargli passare la firma del capo dello Stato", come dicevano ieri sera alla consulta pdl. Per questo il Guardasigilli Angelino Alfano continua a svenarsi per negare i dati negativi dell'impatto e ad affermare la razionalità della legge che "è buona anche se serve in due casi a Berlusconi". I tecnici, ancora stasera e sempre alla consulta, cercheranno di rappezzarla per tagliare via le incostituzionalità più clamorose come l'anomala lista dei reati e la regola sull'entrata in vigore. Più reati inclusi, valida per tutti i processi. Ma l'impatto schizzerà ancora più in alto rispetto ai dati forniti dal Csm e, proprio per questo, Napolitano potrebbe bloccarla.

Tratto da: La Repubblica

Concorso esterno associazione mafiosa: chiesto rinvio giudizio Cuffaro

25 novembre 2009
Palermo.
La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il sentaore Udc Salvatore Cuffaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.




La richiesta, arrivata al gup Vittorio Anania, e' firmata dal pm antimafia Antonino Di Matteo e dal procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. Nel provvedimento, come scrive il 'Giornale di Sicilia', i pm utilizzano molti degli elementi del processo sulle 'talpe' nel quale, in primo grado, l'ex presidente della Regione Siciliana era stato condannato a cinque anni di reclusione. Secondo l'accusa, rispetto al dibattimento delle 'talpe' ci sarebbero fatti nuovi. Al senatore viene contestato dai pm ''di avere rafforzato in maniera sistematica e continuativa l'associazione mafiosa''.

ADNKRONOS

Cafasso, si ipotizza l'omicidio. Brenda, le ombre gia' in Brasile

...all’ex presidente della Regione Lazio Marrazzo. Ormai è evidente che si è riaperta anche l’inchiesta, forse accantonata dagli inquirenti con troppa fretta, sul pusher Gianguerino Cafasso morto di overdose circa due mesi fa, la stessa persona che avrebbe realizzato il filmato del ricatto a Marrazzo. La Procura avrebbe acquisito, infatti, gli esami tossicologici e gli altri dati relativi al decesso avvenuto in una stanza di un albergo della Capitale. Una dose di eroina pura sarebbe la causa del decesso, un vero azzardo per un uomo “esperto” di quella sostanza, visto che la spacciava da anni. Anzi, quanto emergerebbe dai risultati ufficiosi del supplemento di perizia tossicologica disposta dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo per far luce sulla morte del pusher, dimostrerebbe infatti che solo in caso di suicidio o di omicidio la presenza di eroina, e pura per giunta, sarebbe comprensibile. Per un cocainomane come Cafasso, infatti, l’eroina pura è letale. Inoltre, nel caso specifico, la sostanza stupefacente ritrovata nel sangue di Cafasso sarebbe stata “mascherata”, ossia resa simile alla cocaina con sostanze volte a nascondere l’odore e il sapore dell’eroina. Ma è sempre sul fronte della storia di Brenda e delle sue frequentazioni “extraprofessionali” che gli interrogativi sembrano moltiplicarsi. Una delle tante ipotesi vede la transessuale già informatrice, in questo caso della polizia federale brasiliana, ancor prima del suo arrivo in Italia. Il mondo transessuale brasiliano, spesso obiettivo di un vero e proprio traffico di esseri umani dall’America Latina all’Europa, da alcuni anni è al centro di ampie inchieste da quella che potremmo definire la Fbi di Brasilia. In particolare, il traffico di esseri umani (trans e giovanissime donne spesso minori) è diretto in tre aree: Germania, Svizzera (e, attraverso il Canton Ticino, la Lombardia) e Roma. Secondo alcuni, proprio in relazione a questi viaggi dal Brasile in Europa, la polizia brasiliana si sarebbe avvalsa delle informative di Brenda e di altre sue colleghe. Tornando alle indagini, il mistero del computer scomparso e poi riapparso sul luogo del delitto in un lavandino e del telefonino scomparso sembra essere inserito in un possibile tentativo di depistare gli inquirenti. Come molte delle dichiarazioni degli ultimi giorni fatte da conoscenti di Brenda ai media, spesso, a quanto risulta, con l’obiettivo di ottenere qualche compenso, non stanno certo contribuendo positivamente alle indagini. C’è anche un altro aspetto che lascia perplessi. Quello di come sia stato possibile che un gruppo di carabinieri (e si teme che siano più di quattro), taglieggiasse trans e prostitute, spesso usando metodi violenti, si rendesse complice di spaccio, presidiasse la zona per cercare qualche “preda eccellente” da far cadere nella rete del ricatto e nessuno se ne rendesse conto o segnalasse qualche anomalia. Non solo da parte dell’Arma, che – comunque va dato atto – ha avviato le indagini seppure tardivamente (testimoni raccontano come questo tipo di “affari” andasse avanti da anni) per mettere le mani sui quattro servitori dello Stato infedeli, ma anche da parte della polizia che operava anch’essa su quel territorio. Possibile che nessuno notasse quello che stava accadendo?

Tratto da: orsatti.info

martedì 24 novembre 2009

Creduto in coma per 23 anni "Capivo e cercavo di urlare"

LONDRA - Per ventitré anni è stato considerato in coma, in realtà era vigile: ma Ron Houben, rimasto paralizzato in un incidente stradale quando aveva 23 anni, non riusciva a dire che capiva ogni cosa di quel che gli accadeva attorno. "Sognavo di alzarmi", ha raccontato Houben, oggi 46enne e in grado di comunicare grazie a un pc e ad una particolare testiera che gli consente di rapportarsi al mondo esterno. Secondo i medici era in un persistente stato vegetativo. "Urlavo ma non riuscivo a sentire la mia voce", è la sua testimonianza.

Dopo l'incidente, i medici di Zolder, in Belgio, utilizzarono i test in uso nella comunità scientifica prima di concludere che la sua coscienza era "estinta". Ma tre anni fa, nuovi scanner ultra-sofisticati hanno dimostrato che il suo cervello ancora funziona normalmente. Houben, la cui inquietante vicenda è stata raccontata dalla stampa britannica, ha descritto quel momento come la sua "seconda nascita". Il suo caso è venuta alla luce perché il neurologo che lo ha "salvato", Steven Laureys, l'ha raccontato in un articolo di una rivista scientifica. "Per tutto quel tempo ho letteralmente sognato una vita migliore.

"Frustrazione" è un termine troppo limitativo per descrivere quel che sentivo". Secondo Laureys, potrebbero esserci altri casi simili nel mondo; e la vicenda è destinata a risollevare il dibattito sul diritto a morire di chi è in coma. I medici a Zolder utilizzarono la Scala di Glascow, la stessa utilizzata internazionalmente, che valuta vista, parola e risposte motorie. Ma solo quando il caso fu riesaminato dai medici dell'Università di Liegi si scoprì che l'uomo aveva perso il controllo del corpo, ma era ancora perfettamente consapevole di quel che accadesse. "Voglio leggere - spiega adesso - dialogare con i miei amici, godermi la vita ora che la gente sa che non sono morto".

Secondo gli studi di Laureys, i pazienti in stato vegetativo spesso sono vittime di diagnosi sbagliate. "Chi viene bollato come "in stato incosciente" difficilmente riesce a sbarazzarsi di questo marchio. Solo in Germania", racconta il neurolgo dell'Università di Liegi, "ogni anno circa 100.000 persone soffrono di lesioni cerebrali traumatiche gravi. E tra le 3.000 e le 5.000 persone all'anno rimangono intrappolate in uno stadio intermedio, vivono senza mai tornare indietro.

24 NOVEMBRE 1991: MUORE UN MITO. OMAGGIO AD UN GRANDE CHE HA FATTO LA STORIA DELLA MUSICA


PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. È una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO

La Repubblica.it

SPAGNA: OLTRE 20 MILA BAMBINI SI PROSTITUISCONO

Lo sfruttamento sessuale di minori non è un fenomeno esclusivo dei paesi del Terzo mondo e in via di sviluppo. Secondo l’associazione Ambar-Cpi, specializzata nella lotta contro questo crimine, in Spagna, circa 20 mila bambini si prostituiscono.

La maggior parte proviene da paesi dell’Est, dall’Africa e dall’America Latina. Sono immigrati in situazione irregolare, catturati dalle mafie della prostituzione. Ma lo sfruttamento riguarda anche bambini spagnoli. Normalmente provengono da famiglie destrutturate e cercano denaro facile, spiega il presidente dellorganizzazione, Ivan Gilberto Ruiz. Secondo la associazione la situazione è peggiorata con l’aggravarsi della crisi economica.

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/sesso-pedofilia-spagna-bambini-si-prostituiscono-157784/ (R)

LO STATO CHE SI ARRENDE

di Pietro Nardiello -

Mentre la popolazione campana si mobilita in difesa del riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati, la politica mostra tutto il suo disinteresse al tema, presentando come attivi alcuni patrimoni inutilizzati da dieci anni.
Nel fine settimana appena trascorso cittadini e istituzioni della Regione Campania sono scesi in piazza per rivendicare il buon uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Non si è trattata di un’azione coordinata ma, semplicemente, di un sentire comune e di una convinzione di tante persone che credono che la lotta alla camorra ed il riscatto dei propri territori possa e debba avvenire anche in questo modo. A Quarto, il sindaco Sauro Secone insieme a tanti giovani, alle scuole e alle parrocchie ha chiesto la realizzazione di una piscina nella struttura che un tempo i Nuvoletta di Marano utilizzavano per produrre cemento; a Ercolano i ragazzi di Radio Siani, collocata all’interno di un appartamento del clan Birra, insieme con il sindaco Daniele, hanno voluto sensibilizzare le persone ad un impegno maggiore contro la camorra ma anche a far conoscere la propria precarietà visto che la radio rischia la chiusura per mancanza di fondi già promessi dalla Regione.

A Castel Volturno, infine, dove nascerà la prima cooperativa in Campania con il marchio “Libera Terra” e che produrrà mozzarella, i futuri operatori lamentano l’assenza proprio delle istituzioni comunali che non sbloccano un finanziamento di cinquantamila euro per avviare ulteriori lavori di ristrutturazione della fattoria che appartenne al re del contrabbando Michele Zaza e per la quale, inutilmente, sono già stati spesi un bel po’ di soldi. I cittadini, insomma, credono in questo percorso virtuoso mentre una fetta delle istituzioni per incapacità, paura o collusioni sembrano impedire l’avvio di questo processo. L’oramai noto emendamento inserito nella finanziaria, e approvato al Senato, che prevede la vendita all’asta dei beni che non si riescono ad affidare entro tre o sei mesi, non potrebbe fare altro che aiutare la cattiva politica e le mafie che, disponendo di una quantità di denaro enorme, potrebbero rientrare, grazie a dei prestanome, in possesso di quello che lo Stato con grande fatica ed impegno gli ha sottratto.

La sconfitta sociale che questo Paese dovrebbe incassare sarebbe di dimensioni enormi, visto che il tempo che in media di solito passa per l’assegnazione di un bene supera di gran lunga i tre anni. E poi nessun privato oserebbe mai ricomprare una casa o un’azienda che un tempo era di proprietà di un boss proprio come nel caso dell’azienda bufalina di Grazzanise, nel casertano, che fu di Francesco Schiavone e sulla quale grava un’ipoteca, che il comune inspiegabilmente non vuole assegnare, nonostante sia in condizioni ottimali per riprendere l’attività produttiva. L’elevato rischio che i clan ritornino in possesso dei beni non rappresenta, comunque, un inutile allarmismo, in Campania, infatti, si sono registrati già due importanti casi di un’associazione ed un consorzio, l’Acli Terra ed il Consorzio Agape, risultate vicine o contigue ai clan camorristici che gestivano beni confiscati. In Italia, gli immobili confiscati sono 8446.

Poco meno della metà risultano destinati ai comuni o allo Stato per motivi di giustizia. Il resto, invece, è ancora gestito dall’agenzia del demanio. Le aziende, invece, sono poco più di un migliaio, ma nonostante siano state destinate più di 900, solo alcune realtà risultano essere ritornate sul mercato. Questo governo mostra un’assoluta assenza di conoscenza delle realtà teritoriali. Sul sito ufficiale, infatti, proprio dove si parla del progetto sostenuto dal ministro Maria Stella Gelmini, “Più scuola meno mafia”, alcuni beni confiscati assegnati a un consorzio di comuni della provincia di Caserta, Agrorinasce, risultano già attivi; in realtà tranne la casa “Don Diana” di Casal di Principe, gli altri tre beni, la villa Reccia, la villa Basco e la famosa villa “Scarface”, appartenuta quest’ultima a Walter Schiavone fratello di Francesco alias Sandokan risultano ancora inutilizzate da più di dieci anni.

Tratto da: http://www.terranews.it/news/2009/11/lo-stato-che-si-arrende ( T )

PROCESSO BREVE - GRASSO:"MAI SENTITO CHE SI PRESCRIVANO PROCESSI"

ROMA - Dure le parole del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso sul ddl sul processo breve: "E' assolutamente innovativo il discorso della prescrizione di un processo: di solito, negli altri sistemi giuridici e negli altri paesi si prescrivono i reati". In commissione Giustizia al Senato Grasso ha criticato a tutto campo ogni singolo articolo della legge e ha depositato una sua proposta con 13 emendamenti al ddl.


Elementari, dal 2010 stop ai libri gratis

Il Governo ha soppresso con la Finanziaria lo stanziamento di 103 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo, «l'ultimo scippo del Governo alle famiglie, alla scuola e agli enti locali». Lo rende noto Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, chiedendo l'immediato intervento del ministro Gelmini.

«Il ministro Gelmini intervenga immediatamente per porre rimedio a questo ennesimo scippo. La gratuità dei libri nella scuola elementare - ricorda la parlamentare - è prevista per legge dal 1964. Dal 1998 e con le successive leggi finanziarie, fino a quella del 2007 del governo Prodi, la gratuità è stata estesa alle scuole secondarie in forme legate al reddito. Di segno opposto la politica del governo Berlusconi che ha completamente cancellato queste risorse".

Pm Spataro: ''Ddl processo breve inutile''. E il Pdl lo attacca ingiustamente

di Aaron Pettinari - 23 novembre 2009

Roma.
E' un momento molto delicato questo per la giustizia in Italia. Dopo la bocciatura del lodo Alfano la maggioranza, su mandato diretto del premier Berlusconi, è in fibrillazione per far passare l'ennesimo emendamento “ad personam”.



Il ddl impropriamente chiamato del ''processo breve'' comincerà così il proprio iter in Commissione al Senato. 
Magistrati, associazioni, giornalisti e alcuni politici in questi giorni sono intervenuti per spiegare l'assurdità di una legge che rischia, se entrerà in vigore, di cancellare processi importanti (crac Parmalat, aggiotaggio Antonveneta, truffa rifiuti a Napoli, clinica S.Rita ecc... per dirne alcuni oltre ai processi del premier, Mills, Mediaset e Mediatrade) aumentando il rischio d'impunità. 
Ieri, intervenuto su Raitre, il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha detto: “Il ministro Alfano dice che solo l’1% dei processi sarà soggetto all’abbattimento? Vuole forse dire che il 99% dei processi funziona bene? Se è così allora la legge non serve, e il ministro non si è accorto di essere incorso in un pericoloso boomerang». E poi ha aggiunto: «Nella parte in cui prevede di sganciare il pm dalla polizia giudiziaria sembra ispirato da logica aziendale, nella relazione si legge che i compiti vanno distinti per 'creare i presupposti di una maggiore concorrenza e controllo reciproci'. Certe volte mi chiedo chi abbia mai scritto questa frase, spero non un magistrato». 
Quindi è intervenuto su possibili nuovi lodi o “mini-lodi” (come quello proposto da Casini sul legittimo impedimento): “Qualsiasi 'scudo' non è compatibile con il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Posso comprendere l’idealismo politico dell’onorevole Casini,ma la Corte Costituzionale l’ha già detto: non abbiamo bisogno di escamotage, basta con le riforme dettate da esigenze contingenti e dalla necessità di poche persone”. Immediata è stata la replica dei “colonnelli” del Pdl, Gasparri, Bondi e Cicchitto pronti, ancora una volta dopo quanto detto nei confronti del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, ad accusare Spataro di essere un magistrato-politico. 
Unico a difendere il magistrato è stato Antonio Di Pietro: "Accusare e criminalizzare persone come Spataro o Ingroia è un delitto di Stato, perché vuol dire non conoscere la storia personale di queste persone". "Quando la gente andava in giro ancora con i calzoni corti - ha proseguito - Spataro combatteva il terrorismo, Ingroia combatteva la mafia. Criminalizzarli soltanto perché dicono 'guardate che con le leggi che state facendo ci togliete ogni possibilita' di combattere la criminalità vuol dire essere favoreggiatori di criminali. Perché - ha aggiunto - solo dei criminali possono combattere la criminalità togliendo le armi a chi vi si oppone. E' come togliere il bisturi a un chirurgo. Non so - ha concluso Di Pietro - se a un certo punto chi attacca Spataro sia solo un delinquente o anche un cretino".




Al pm Armando Spataro va tutta la solidarietà ed il sostegno da parte della redazione di ANTIMAFIADuemila dopo gli ignobili attacchi politici subiti.

Il premier nervoso minaccia «Parlerò io agli italiani»


«Nulla di meno che quieto - assicura Berlusconi - niente di preoccupante». Governo sotto controllo, quindi? Non proprio. Rientrato a Roma dall’Arabia e dal Qatar il premier dovrà fare i conti con il malessere che monta tra i ministri e con l’iter del «processo breve» che dovrebbe bloccare i suoi processi milanesi. Ad innervosirlo, ieri mattina, l’intervista di Ciampi alla Repubblica e l’invito dell’ex Capo dello Stato: «non si promulghino» nuove leggi ad personam. Una presa di posizione che i consueti sospetti del Cavaliere non possono non collegare ad uno stop indiretto del Colle. Da Doha, in ogni caso, ieri è partito l’avvertimento e l’implicita risposta a Ciampi. Con Berlusconi che si rifiutava di rispondere alle domande sulla giustizia, ma annunciava che «al momento opportuno» avrebbe spiegato agli italiani «qual è la situazione in cui siamo». Un “mi rivolgerò al popolo contro chi si mette di traverso” abbastanza esplicito, in sostanza. Che, pronunciato ieri, gettava nuova luce sulle indiscrezioni già rimbalzate sulla stampa a proposito di messaggi sulla giustizia. L’intenzione del Cavaliere è quella di affrontare i temi della giustizia rivolgendosi al Paese, dall’Aula del Senato o via Tv. Gli esperti Pdl, tra l’altro, lavorano a una manovra articolata. «Stiamo cercando di portare avanti una riforma complessiva - ha spiegato ieri il senatore Quagliariello - Riguarderà, tra l’altro, il processo penale, i metodi di elezione del Csm, i tempi dei processi e proposte di rango costituzionale». L’iter parlamentare del «processo breve», che interessa al premier in relazione ai procedimenti milanesi, quindi, è solo un aspetto del problema. Berlusconi vuole, in realtà, una resa dei conti definitiva con le procure, qualcosa che chiarisca - a modo suo, naturalmente - i rapporti politica-magistratura. Il Cavaliere scommetterà «la faccia» su questo progetto. «O io o Brunetta» Berlusconi, però, rientrato in Italia in serata dal suo tour in Arabia, ha trovato ad attenderlo anche gli strascichi del caso Brunetta. Ieri, da Doha, aveva cercato di retrocedere «l’esternazione» anti-Tremonti del titolare della Pubblica Amministrazione al rango di normale «dialettica» tra ministri che, tuttavia, «sarebbe meglio» mantenere «interna» al governo. Berlusconi, in realtà, è irritatissimo. In visita di Stato lontano dall’Italia, infatti, è stato costretto a fare i conti con le polemiche che avrebbe preferito «lasciare a Roma» e con i fuochi d’artificio provocati dall’intervista del suo ministro. Tremonti avrebbe chiesto anche il dimissionamento di Brunetta. Una sorta di «o io o lui» caricato come ultimatum sulle spalle dell’inquilino di Palazzo Chigi. E la contesa ha portato l’opposizione a sostenere che nella maggioranza siamo «al tutti contro tutti». «La maggioranza è bloccata e non riesce nemmeno ad implodere», commenta il Pd, Enrico Letta. All’opposizione «non rispondo mai» taglia corto il premier. Domenica, attraverso Bonaiuti, aveva difeso Tremonti prendendo, come ieri, le distanze da Brunetta. Nelle stesse ore, però, alcuni ministri hanno ripetuto - nella sostanza - i concetti esposti - a modo suo - dal ministro per la Pubblica Amministrazione, mettendo il dito nella piaga della politica della cinghia stretta imposta da Tremonti. «In Finanziaria chiederò più fondi per la giustizia», prometteva Alfano. Serve «una svolta» - faceva eco Scajola - bisogna «decidere collegialmente».
24 novembre 2009

L’Italia è un paese fondato sul ricatto e sui misteri.

Forse dobbiamo rassegnarci… o forse no.
Una cosa è certa questo è stato, è e rimarrà il paese dei misteri.
A volte semi risolti ma il più delle volte lasciati a marcire nell’ombra.

Già perchè quello che è successo a Brenda o Brendona sta per diventare uno dei tanti misteri. Casa bruciata, una morte carbonizzata, una bocca chiusa e un computer buttato nell’acqua.

La procura sta indagando… ma le voci che stanno già uscendo e stanno cercando di insinuare sono “si è suicidata”… “fumava spesso si sarà dimenticata una sigaretta da qualche parte”…”si drogava”… come no e magari mentre era addormentata o strafatta si è alzata ha preso il suo computer e in un gesto di stizza ha buttato il pc nell’acqua. Beh voglio dire in un paese dove gli anarchici si suicidano prendendo la rincorsa e buttandosi giù dalla finestra durante un interrogatorio può succedere… in un paese dove un ragazzo che denuncia la mafia viene fatto passare per un suicida al tritolo… e via di seguito.

I fatti di via Gradoli non sono da sottovalutare, quello che è successo può far pensare ad altri politici immischiati che magari potrebbero essere sotto ricatto, e un politico sotto ricatto… beh… Non sono da sottovalutare e da non sono da archiviare come “suicidio” perché è chiaro che qualcuno non ha gradito le parole di Brenda e compagne, la denuncia di forze dell’ordine molto molto deviate. Il messaggio è chiaro chi parla finisce così.

Pensiamo un attimo al computer. Perché buttato nell’acqua e non portato via e scaraventato in qualche altro luogo o bruciato magari da un’altra parte? Portebbe essere un avvertimento del tipo “guardate che abbiamo visto i nomi e il materiale nel Pc e ne abbiamo delle copie… regolatevi di conseguenza!”.
Dalla Repubblica delle banane a quella dei ricatti.

LUCA PUGLISI

Cucchi, nuova autopsia

ROMA - Lesioni al cranio, alla mandibola e alla colonna vertebrale. "Lesioni non registrate nel verbale della prima autopsia", affermano gli avvocati della famiglia di Stefano Cucchi, il giovane che sarebbe stato pestato nei sotterranei del tribunale di Roma ed è morto al reparto penitenziario dell'ospedale Pertini il 22 ottobre scorso. Stavolta, dopo la riesumazione della salma, con la seconda autopsia, le ossa rotte sono state "trovate".

I legali Dario Piccioni e Fabio Anselmo insistono sul fatto che le lesioni al cranio e alla mandibola "non erano state notate" nel precedente esame. Confermate, invece, le fratture alla colonna vertebrale ed alle mani. Sono stati prelevati campioni dal corpo per altre indagini e soprattutto per valutare quei segni che sembrano bruciature di sigaretta. Dunque il corpo di Stefano non verrà riconsegnato alla famiglia prima della prossima settimana.

Gli esami medico-legali supplementari sono stati svolti da un pool di esperti all'istituto di medicina legale de La Sapienza. Come perito della commissione parlamentare d'inchiesta ha partecipato anche il professor Vincenzo Pascali, del policlinico Gemelli.

I nuovi accertamenti, che si dovrebbero concludere entro la fine della settimana, saranno svolti sotto l'occhio vigile dei consulenti dei sei indagati: tre agenti di polizia penitenziaria, accusati di omicidio preterintenzionale, e tre medici del Pertini, indagati per omicidio colposo. Un esame del Dna è stato fatto sulle macchie di sangue trovate sui jeans indossati da Cucchi.

Dopo quello col supertestimone africano, sabato prossimo un nuovo incidente probatorio per trasformare in prova la testimonianza di un detenuto albanese, che dice di aver sentito "un italiano lamentarsi e piangere".

Energia e Ambiente

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